Home » Gabicce » Storia e Origini di Gabicce Mare
La vera storia di Gabicce affonda le radici nel borgo di Gabicce Monte, affacciato sul mare a 150 metri di altezza.Una bolla pontificia del 998 cita per la prima volta il Castellum Ligabitii, il castello che dominava la costa. Oggi della fortificazione non resta traccia, ma il suo ricordo vive negli acquerelli di Francesco Mingucci e Liverani e nelle opere dei vasai Girolamo e Giacomo Lanfranco, che già nel Cinquecento riproducevano scene legate alla vita del borgo.
Sull’origine del nome esistono due scuole di pensiero:
da Ligabizio, feudatario che possedeva il castello;
da Legabecchi, termine legato all’allevamento di caproni praticato dagli abitanti.
Nei secoli Gabicce visse sotto diverse dominazioni: Arcivescovado di Ravenna, Malatesta, Sforza, Montefeltro, Della Rovere. Nel 1631 passò sotto lo Stato Pontificio, rimanendovi per tre secoli.Gli scritti del pesarese Olivieri raccontano che, per sfuggire ai soprusi di Pesaro, il castello di Gabicce si alleò con Rimini e con le terre di Focara, dando vita alla fortezza di Cattolica.
Dopo un lungo declino, solo all’inizio del Novecento Gabicce ritrovò slancio grazie alla pesca e allo sviluppo turistico della costa. Le prime barche a remi e le “paranze” per la pesca a strascico furono seguite dalla costruzione di un porto in cemento, che aprì i commerci con i Balcani e diede vita ai cantieri navali.Nel 1942 il Municipio fu trasferito da Gabicce Monte a Gabicce Mare, sancendo lo spostamento del centro vitale del paese verso la costa.
A Gabicce Monte sorge la Chiesa di Sant’Ermete, attestata già nel 775, che custodisce il dipinto della “Madonna del Latte” e un Crocifisso ligneo del Quattrocento.La piazza principale è intitolata a Valbruna, città leggendaria che si narra sia sprofondata nelle acque della baia di Vallugola: reperti come capitelli e statue ritrovati dai pescatori alimentano ancora oggi il mito di questa “Atlantide dell’Adriatico”.
Tra Cinquecento e Seicento, i ceramisti Girolamo e Giacomo Lanfranco, conosciuti come “Mastro Girolamo de le Gabicce”, portarono il nome del borgo nelle corti europee.Girolamo fu probabilmente il primo a usare l’oro zecchino nella ceramica e le sue opere, riconosciute da un editto del Duca Guidubaldo II Della Rovere (1569), sono oggi custodite in musei prestigiosi come il British Museum di Londra.