Onferno – Le Grotte di Onferno

Onferno – Le Grotte di Onferno

Onferno e la sua Riserva Naturale

A pochi chilometri dalla costa romagnola, nell’entroterra della Valconca, si trova la Riserva Naturale di Onferno, un’area protetta di grande valore ambientale e scientifico. Qui il paesaggio cambia improvvisamente: i rumori della costa lasciano spazio al silenzio dei boschi, ai sentieri che si snodano tra colline e calanchi, alle profondità delle celebri Grotte di Onferno.


Un po’ di storia

L’antico nome di questo luogo era Castrum Inferni. Il borgo di Onferno sorgeva infatti su un rilievo gessoso che, durante i mesi invernali, emanava vapori visibili da lontano. Le popolazioni del passato attribuirono il fenomeno a presenze infernali, immaginando che qui si trovasse la porta dell’oltretomba. In realtà, le “fumate” erano causate dal contrasto termico tra l’interno caldo delle cavità e l’aria fredda esterna.

La prima menzione documentata di Castrum Inferni risale al 1231, ma l’origine del nucleo abitato è probabilmente più antica, legata alle invasioni barbariche. Nel 1810 il vescovo riminese Gualfardo modificò il nome in Onferno, eliminando ogni riferimento all’inferno.

Per secoli il borgo ebbe un ruolo strategico e produttivo grazie alle cave di gesso, utilizzate dai paesi vicini. Fu dominio dei Malatesta, poi distrutto nel 1469 da Federico da Montefeltro. La zona ospitava anche la Pieve di Santa Colomba, una delle più antiche chiese del territorio riminese, citata in documenti papali del XII secolo. Oggi della pieve restano la torre e la canonica ottocentesca.


Le Grotte di Onferno

Il complesso carsico di Onferno è tra i più significativi d’Italia nel sistema delle grotte di gesso.
Le cavità si aprono alla base di un grande masso biancastro, scavato nel corso di millenni dall’azione delle acque sotterranee. Il sistema principale si estende per circa 400 metri, con un dislivello di 64 metri.

L’ambiente interno ospita una delle più grandi colonie di pipistrelli del Paese, con oltre ottomila esemplari appartenenti a diverse specie.
Le sale più ampie sono ricche di concrezioni e depositi gessosi; la più celebre è la Sala Quirina, conosciuta come Sala dei Mammelloni per le imponenti formazioni coniche che scendono dal soffitto, tra le più grandi d’Europa.


La Riserva Naturale

La Riserva Naturale Orientata di Onferno, estesa per circa 123 ettari, è un ambiente unico per la varietà delle forme carsiche e per la flora spontanea.
Il microclima generato dalle grotte, con temperatura costante di 12–13 °C, favorisce la crescita di specie vegetali tipiche di quote più elevate.

Il territorio è attraversato da sentieri escursionistici di diversa lunghezza e difficoltà, percorribili a piedi o in bicicletta, che permettono di esplorare ambienti boschivi, calanchi e panorami sulla Valconca e sul Montefeltro.

Nel borgo, il restaurato castello di Onferno ospita un piccolo centro visitatori e un museo naturalistico allestito nella ex Pieve di Santa Colomba. Il museo utilizza strumenti interattivi e percorsi didattici dedicati alla fauna e alla geologia della riserva.

Durante l’estate si svolgono anche visite notturne guidate, dedicate all’osservazione dei pipistrelli nel loro ambiente naturale.


Il paesaggio e i dintorni

Dal borgo di Onferno si apre una vista ampia sulla valle e sul profilo del Monte Titano, con San Marino e Sassofeltrio visibili all’orizzonte. La zona conserva affioramenti gessosi, calanchi e boschi di querce che testimoniano l’antica origine geologica del territorio.

La riserva rappresenta oggi un luogo di grande interesse scientifico e naturalistico, parte integrante del patrimonio ambientale dell’entroterra riminese.


Fonti

Le informazioni sono tratte da pubblicazioni dedicate alla Riserva Naturale di Onferno e da materiali divulgativi del Parco Regionale.

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