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Distesa sulla cresta di una collina a pochi chilometri dal mare, Gradara guarda verso la Romagna e la pianura che si apre subito dopo il promontorio di Gabicce. Terra di confine tra Marche e Romagna, è stata a lungo crocevia di culture e signorie, respirando il vento del mare e i riflessi delle grandi corti rinascimentali del Nord Italia.
Il simbolo di Gradara è la sua Rocca, splendido esempio di architettura militare del XIV secolo. Attorno al primo nucleo fortificato, costruito dai Griffo nel XII secolo, i feudatari che si avvicendarono – tra cui i Malatesta, gli Sforza e i Della Rovere – ampliarono e arricchirono il castello.
Oltre alle strutture difensive, la rocca conserva ambienti interni che raccontano la vita di corte: l’armeria, la sala delle torture, una cappella con una terracotta di Andrea della Robbia e stanze arredate con mobili originali del Quattrocento e Cinquecento. Le mura che cingono il borgo sono tuttora percorribili, e dalla torre più alta si gode un ampio panorama sul territorio circostante.
Gradara non è solo un castello, ma anche teatro di vicende che hanno segnato la storia e la letteratura. Qui soggiornarono figure come Lucrezia Borgia e Francesca da Rimini, la cui tragica vicenda amorosa con Paolo Malatesta, narrata da Dante nel V canto dell’Inferno, trova a Gradara il suo scenario più evocativo.
Oggi Gradara è uno dei borghi fortificati meglio conservati d’Italia, con il suo centro storico cinto da mura medievali perfettamente mantenute. Passeggiare tra le vie, salire fino alla rocca e affacciarsi dai camminamenti offre un’esperienza che unisce storia, cultura e paesaggio.